L’effetto coronavirus stravolge il trasporto merci in Europa. Da un lato c’è la Commissione europea che
chiede agli Stati membri di evitare misure che compromettano l’integrità del mercato unico delle merci, in particolare delle catene di approvvigionamento. Dall’altro c’è un manipolo di Paesi, in particolare dell’Est Europa, che colpisce con divieti, restrizioni e chiusure di frontiere il trasporto merci proveniente dall’Italia, danneggiando le nostre esportazioni. Lo conferma un report di Uniontrasporti/Unioncamere sulle restrizioni commerciali attuate da numerosi Paesi Ue in seguito all’allarme Covid-19. Il sistema di trasporto delle merci, osserva la nota di Unitrasporti/Uniocamere, è stato nei giorni scorsi fortemente rallentato dalla chiusura di numerosi valichi di frontiera, insieme all’aumento dei controlli sanitari di confine, che hanno determinato una congestione generale del sistema di trasporto su gomma. Vediamo quali sono le situazioni più critiche
Austria
Il primo fronte dell’emergenza. Al Brennero l’11 e 12 marzo scorsi i controlli straordinari hanno portato
a una massiccia interruzione del traffico pesante, con la formazione di code fino a 90 chilometri lungo l’autostrada del Brennero. La situazione è migliorata solo a seguito di un intervento del ministero dei Trasporti italiano. La situazione al Brennero a oggi è stabile. Il traffico merci su rotaia e su strada è esente da restrizioni, ma i conducenti possono essere sottoposti a controlli sanitari, in particolare il controllo della temperatura corporea. Inoltre il Tirolo ha sospeso il divieto di circolazione per i mezzi pesanti nel fine settimana fino al 29 marzo.
Bulgaria e Rep. Ceca
In Bulgaria è stato segnalato che gli autisti provenienti dall’Italia che scaricano nel Paese vengono fermati e messi in quarantena per 14 giorni. In Repubblica Ceca, dal 13 marzo gli ingressi da Austria e Germania solo consentiti solo da 11 punti, con controllo alle frontiere. Al momento tutti i flussi commerciali dall’Italia in entrata risultano fortemente rallentati per consentire i controlli di sicurezza.
Croazia
Le autorità croate hanno adottato specifiche misure di controllo nei confronti delle persone provenienti dall’Italia al confine terrestre con la Slovenia. La polizia sta applicando la decisione governativa che impone la quarantena a persone provenienti da un certo numero di Paesi, tra cui l’Italia, senza distinzioni tra normali viaggiatori e autotrasportatori. Ai mezzi in transito verso altri Paesi è consentito il passaggio, ma debbono comprovare la destinazione finale.
Romania e Serbia
In Romania, dal 9 marzo 2020 sono in vigore restrizioni al traffico da e verso l’Italia. L’acceso di cittadini che arrivano in Romania dall’Italia, indipendentemente dal mezzo di trasporto utilizzato, è consentito solo a condizione di quarantena obbligatoria o autoisolamento. Il trasporto di merce superiore 3,5 è esente dalle restrizioni al traffico. Le restrizioni sono valide fino al 31 marzo, con possibilità di proroga. Le disposizioni di quarantena, pur in assenza di sintomi, sembrano essere applicate anche agli autisti.
Le autorità della Serbia hanno disposto il temporaneo divieto di ingresso per i viaggiatori provenienti dall’Italia. Ai cittadini serbi provenienti da tali Paesi è richiesto un periodo di autoquarantena di 14 Marco Morino giorni. Vengono segnalate forti difficiltà per il traffico merci in entrata e in transito in Serbia.
Slovenia
Il secondo fronte critico per l’autotrasporto italiano dopo l’Austria. Le autorità slovene dall’11 marzo hanno ristretto l’ingresso nel Paese dall’Italia. Sono stati istituiti sei punti di controllo nell’area di confine dei collegamenti stradali con l’Italia: Fusine, Stupizza, Sant’Andrea, Fernetti, Pese, Rabuiese,
mentre tutti gli altri collegamenti stradali sono stati chiusi. Il trasporto ferroviario di persone è stato soppresso. Il 13 marzo è stato disposto il divieto di ingresso dei veicoli merci dall’Italia, a eccezione dei carichi destinati in Slovenia. Dal 15 marzo i mezzi con destinazione Croazia, Bosnia-Erzegovina e Serbia possono transitare in Slovenia anche se esclusivamente in convogli esclusivamente in convogli scortati, mentre resta il problema dei trasporti diretti in Romania, Ucraina e Ungheria, per i quali le
autorità slovene non sono riuscite a concordare il transito. Per Confartigianato Trasporti del Veneto, l’unica soluzione percorribile di fronte alle misure limitative al traffico pesante introdotte da Austria e Slovenia è il ricorso da parte del governo italiano alla Corte di giustizia Ue.
Polonia
Le autorità di Varsavia hanno introdotto controlli sanitari ai valichi di frontiera.
Ungheria
Il 13 marzo il governo ungherese ha dichiarato lo stato di emergenza. Sono stati introdotti controlli di frontiera con Slovenia e Austria e controlli più severi anche al confine croato. I tempi di attesa per i Tir
italiani risultano prolungati. L’autista di nazionalità non ungherese proveniente da territori considerati contagiati (tra cui l’Italia) può entrare e arrivare nel posto dove scarica, poi però deve essere messo in quarantena per 14 giorni in un locale appositamente creato nello stabilimento, oppure nella cabina del camion.
Francia e Germania
Le autorità tedesche hanno disposto la chiusura delle frontiere con Francia, Svizzera e Austria dalle ore 8 del 16 marzo. La circolazione delle merci, così come gli spostamenti dei pendolari sono garantiti.
Sono possibili ritardi alle frontiere. Per quanto riguarda la Francia, per il momento i collegamenti stradali e autostradali sono aperti.
Svizzera
Infine la vicina Svizzera. Dall’Italia sono consentiti gli ingressi soltanto a cittadini elvetici, persone con permessi di soggiorno e chi deve recarsi in Svizzera per motivi professionali. Il traffico di transito e il trasporto merci non sono toccati dal provvedimento.